Area Studi Dislipidemie

La cultura della prevenzione rappresenta ormai da decenni una delle bandiere del Centro Medico Sportivo Rudy Barillà. Consapevolezza e rispetto di sè, esercizio fisico ed abitudini alimentari corrette rappresentano facce diverse di un’unica realtà: monitorare ed adeguare il proprio stile di vita e le proprie abitudini allo scorrere del tempo ed al proprio stato di forma è la chiave per preservare la salute di sportivi e non. Perseguendo quest’ottica abbiamo deciso di inaugurare nel 2016 l’Area Studi Dislipidemie: tramite un’accurata anamnesi e rapidi esami ematochimici è possibile venire a conoscenza del proprio rischio cardiovascolare individuale, verificare la presenza di dislipidemia familiare (ipercolesterolemie/ipertrigliceridemie) e la presenza di una sindrome metabolica. I soggetti che dovrebbero prestare maggiore attenzione sono quelli che soffrono di diabetepatologia cardiovascolare, ipertensione, i fumatori e gli individui con BMI superiore a 30.

Valutazione del rischio cardiovascolare

La probabilità di un individuo di incorrere in un evento che colpisca il sistema cardiovascolare (infarto e ictus), con effetti più o meno importanti è strettamente soggettiva e dipende da numerosi fattori individuali, alcuni non modificabili ed altri modificabili.

Tra i fattori non modificabili vi sono l’età, il sesso, la familiarità, eventi cardiovascolari pregressi, patologie già presenti solo parzialmente condizionabili. I fattori più importanti sui quali possiamo intervenire invece sono il nostro stile di vita (attività fisica, abitudini alimentari, il fumo), il peso corporeo, la percentuale di tessuto adiposo e la sua distribuzione, la pressione arteriosa ed alcuni parametri del sangue (trigliceridemia, colesterolemia totale e HDL, glicemia, uricemia).

non_modificabiliFattori non modificabili: come relazionarvisi

In generale, come è facilmente intuibile, all’aumentare dell’età aumenta il rischio. Inoltre i soggetti maschi hanno più probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare rispetto alle femmine, così come hanno più probabilità coloro i quali hanno parenti di primo grado che hanno già avuto episodi cardiovascolari in giovane età o valori elevati della colesterolemia. Anche importanti segni fisici (xantomi e arco corneale non senile) sono indicatori di una ipercolesterolemia di origine familiare, inoltre gli eventi personali cardiovascolari pregressi, il diabete e le malattie renali già presenti aumentano il rischio.

Essere consapevoli della propria storia clinica e del proprio background genetico è il primo passo da compiere in direzione di una efficace prevenzione.

spunta verdeFattori modificabili

Oltre al peso corporeo, è significativa la distribuzione del grasso  che può essere valutata attraverso la plicometria ed il calcolo del rapporto vita/fianchi e vita/altezza): la distribuzione del grasso a livello addominale aumenta il rischio. E’ importante valutare con cura il profilo lipidico ematico, compreso il rapporto tra colesterolo totale e HDL (che dovrebbe mantenersi tra 4,5-5 mg/dl). In caso di alterato assetto lipidico, durante lo studio è possibile  capire se esiste una familiarità o meno, classificando così il tipo di dislipidemia messa in evidenza dagli esami ematochimici. Ogni tipo di dislipidemia influisce diversamente sul rischio cardiovascolare e deve essere corretto con terapie diverse. La valutazione della pressione arteriosa non è meno rilevante: se elevata aumenta notevolmente il rischio di incidenti cardiovascolari.

Prevenire è meglio che curare

Fortunatamente possiamo intervenire sui fattori modificabili, che incidono sul rischio di infarto ed ictus, abbastanza facilmente: essi sono eliminabili o possono essere drasticamente ridotti, anche con meri accorgimenti “facilmente” applicabili. Pertanto è opportuno individuare singolarmente quali e con quale intensità ognuno di questi fattori è presente. Per poterlo determinare presso il Centro Medico Sportivo Rudy Barillà si effettua una visita specifica, composta da:

  • misurazioni antropometriche,
  • un’accurata anamnesi (per verificare eventuali familiarità per malattie vascolari e dislipidemie, eventuali patologie già presenti sul paziente stesso, terapie farmacologiche in atto)
  • esami del sangue capillare;
  • esami delle urine;
  • valutazione della pressione arteriosa;
  • eventuale ECG ed ecocardiografia se ritenuti necessari.

Una volta individuati i fattori preponderanti si può intervenire in diversi modi a seconda della gravità del rischio:

  • Correggendo lo stile di vita:
    • incrementando l’attività fisica in modo idoneo e sotto consiglio sanitario,
    • migliorando l’alimentazione seguendo le indicazioni di un esperto medico-dietista,
    • limitando alcune abitudini (consumo di alcol, fumo);
  • Utilizzando nutraceutici o integratori alimentari: acidi grassi polinsaturi ed integratori ipocolesterolemizzanti, sempre sotto indicazione medica.
  • Utilizzando, quando necessario, una terapia farmacologica idonea: con lo scopo di ripristinare un equilibrato assetto lipidico (colesterolo totale – HDL – trigliceridi), pressorio ed eventualmente glicemico o di altri parametri.

Agendo coralmente su tutti questi fattori si riduce significativamente il rischio di incorrere in episodi cardiovascolari, migliorando notevolmente la qualità generale di vita.

Chi è più a rischio

I soggetti a cui è raccomandato di effettuare la valutazione globale del rischio cardiovascolare sono coloro che presentano diabetepatologia cardiovascolare già accertata ed ipertensione. Soggetti con un rischio cardiovascolare molto aumentato sono i fumatori, gli individui con BMI superiore a 30 (o con una circonferenza vita maggiore di 80 cm per le donne e 94 cm per gli uomini), chi ha una storia familiare di patologia cardiovascolare precoce o di dislipidemie, chi è vittima di malattie infiammatorie e renali cronicizzate.

Una valutazione del profilo lipidico è comunque raccomandato a tutti gli uomini con età superiore ai 40 anni e a tutte le donne di età superiore ai 50 anni.

Multifattorialità e Sindromi Metaboliche

Oggi, sempre più spesso, vi sono casi complessi in cui si osservano in uno stesso soggetto più situazioni patologiche (dislipidemia, iperglicemia o diabete, ipertensione, iperuricemia, sovrappeso, alterazioni renali come la microalbuminuria). Quando sussistono contemporaneamente in uno stesso individuo un certo numero di alterazioni si parla di “Sindrome Metabolica”. E’ fondamentale saper riconoscere questa Sindrome per poter intervenire correttamente a livello globale e non solo sintomatologico, in modo da prevenire il rischio per la salute che questa può comportare. Proprio perchè sempre più frequenti, il nostro Centro Medico Sportivo tiene alta la guardia per individuare queste sindromi metaboliche con una prima e rapida valutazione dei principali parametri inerenti:

Esami ematici capillari:

Profilo lipidico completo:

  • Trigliceridi
  • Colesterolo totale
  • Colesterolo HDL
  • Colesterolo LDL

Glicemia

Esame delle urine:

Monitorizzano la presenza di:

  • Acido ascorbico
  • Glucosio
  • Bilirubina
  • Chetoni
  • Sedimento e peso
  • Sangue
  • pH
  • Proteine
  • Urobilinogeno
  • Nitriti
  • Leucociti

Parametri cardiocircolatori:

Rilevabili attraverso specifici esami strumentali:

  • Pressione arteriosa
  • Elettrocardiogramma basale
  • Elettrocardiogramma dopo sforzo

Come già detto, in base al rischio cardiovascolare individuato è possibile impostare una strategia per il suo controllo che, a seconda dei casi, può prevedere solo la correzione dello stile di vita (alimentazione, eliminazione del fumo, ecc.) fino all’utilizzo di farmaci. L’obiettivo di tali strategie, quando necessario, è quello di mantenere il colesterolo-LDL entro determinati valori, che saranno sempre più bassi all’aumentare del rischio.

DISLIPIDEMIE

L’ipercolesterolemia è una situazione patologica che si presenta in alcune dislipidemie (assetti alterati dei lipidi nel sangue) ed influenza profondamente il rischio cardiovascolare di ogni individuo. Le dislipidemie sono classificate in base al contenuto assoluto  nel sangue di trigliceridi e di colesterolo ed in base al loro rapporto.

Inoltre, le diverse dislipidemie non influenzano allo stesso modo il rischio cardiovascolare ed è proprio per questo che è importante individuare esattamente, quando sussiste, il tipo di alterazione lipidica. Nello specifico, quella di tipo II°, cioè con ipercolesterolemia LDL e trigliceridemia nella norma, aumenta notevolmente il rischio cardiovascolare, mentre quelle di tipo IV (ipertrigliceridemia endogena modesta o discreta e colesterolo nella norma o aumentato) e di tipo V (ipertrigliceridemia endogena da grave a discreta) influiscono sul rischio cardiovascolare in misura minore. E’ altresì importante conoscere se la dislipidemia è di origine esogena (cioè provocata da una eccessiva assunzione di grassi con l’alimentazione) o endogena (dovuta cioè ad un alterazione metabolica intrinseca nell’individuo).

Non di minore importanza è la valutazione della familiarità della dislipidemia stessa: mentre la diagnosi di ipercolesterolemia familiare omozigote è più semplice (per la presenza di sintomi e segni evidenti sin dalla giovane età), quella eterozigote, peraltro meno grave, è più subdola e richiede uno studio attento della storia familiare, della storia personale, del fisico e degli esami di laboratorio (assetto lipidico).

SINDROMI METABOLICHE

Altra situazione correlata alla dislipidemia e che può essere studiata e controllata è la SINDROME METABOLICA. Essa viene diagnosticata se vengono soddisfatti almeno tre criteri fra i seguenti:

  • ipertensione arteriosa;
  • ipertrigliceridemia e/o basso colesterolo-HDL;
  • obesità;
  • iperglicemia;
  • microalbuminuria.

In accordo con la filosofia della prevenzione che perseguiamo qui al Centro Medico Sportivo Rudy Barillà vi ricordiamo che è possibile avere maggiori informazioni o fissare una consulenza telefonando al nostro studio durante gli orari indicati.